Ho suonato alla porta del tuo
cuore e mi ha risposto la governante; la cosa mi ha piacevolmente sorpreso per
l’aria di casa che ispirava la scena ma, pensando di trovare te ad aprirmi sono
rimasto lì senza parole fissando con aria imbarazzata la gentile signora sulla
porta.
Lei, forse capendo la
situazione, mi ha messo a mio agio invitandomi ad entrare. Probabilmente aveva
sentito parlare di me e si sarà incuriosita e, desiderosa di saperne di più su
questo nuovo arrivato, ha deciso di fare lei stessa gli onori di casa.
Dopo averla fissata per un
tempo forse esagerato, proferisco poche parole di circostanza ed entro
nell’atrio accogliente. Subito sono fatto accomodare nel ventricolo destro,
quello più luminoso mi dice la governante indicandomi una comoda poltrona
vicino ad una finestra con le tendine. Lei preferisce accomodarsi su un globulo
rosso a forma di puf vicino a me ed inizia a guardarmi più profondamente come
volesse studiarmi per capire se fossi la persona giusta per la padrona di casa.
Iniziamo così un balletto di
parole, di cose appena dette e risposte evasive, indizi reciproci per saggiare
le intenzioni e capire la loro bontà. A mano a mano che questo gioco avanza i
temi toccati diventano infiniti e scopriamo di piacerci e i sorrisi reciproci
suggellano questa intesa inaspettata.
Improvvisamente, non so per
quale pulsione, le faccio una carezza sul volto. Lei mi guarda stupita ma gli
occhi luminosi e lucidi mi fanno capire che la cosa e’ stata apprezzata. Dopo
una pausa che mi è sembrata infinita mi ha detto: - Vedi, io non sono la
governante. Sono qui da quando questo cuore ha iniziato a battere e oggi,
sentendo i colpi più forti che mai ho voluto vedere per chi battesse. Io sono
in realtà l’anima e tu mi hai accarezzata come nessuno fino ad ora. Questo
cuore ora è tuo e sarà la tua casa finché lo vorrai.
Dette queste parole, la sua
immagine svanisce e al suo posto appari tu sorridente e bella come mai ti ho
vista.